Ammetto che il mio battesimo a teatro, come spettatore, è stato postumo al mio debutto. Di un annetto circa. Questa storia ha un po’ del comico, è una di quelle esperienze che si ricordano con piacere e da raccontare agli amici per farsi due risate.

Estate 2017, la mia 2a stagione in Arena come comparsa; si proprio quella del Nabucco di Bernard. Come in ogni racconto a tema operistico, è presente la tematica amorosa, ed i protagonisti sono il sottoscritto e una sua fiamma. Premetto già che tra me e lei c’era già qualcosa, solo che non mi sentivo di intraprendere una relazione, questo un anno prima dei fatti (si sono stato sciocco). Arriva la primavera, cosciente e convinto mi rifaccio avanti, lei confusa. Un mese di stage all’estero e appena sarebbe tornata ne avremmo parlato.

Luglio 2017: rientra in Italia e il giorno dopo avremmo visto Aida (La fura dels baus) in Arena; non partecipando a quella produzione ne ho approfittato. Per il forte affetto che provavo, volevo condividere solo con lei questo avvenimento per me importantissimo: tutt’ora considero l’Arena casa mia ed i colleghi tutti, la mia famiglia.

Stare lì in coda fuori dai cancelli mi agitava in modo positivo. Era come se stessi per presentarla ai miei genitori; un po’ d’ansia, tanta gioia e non vedevo l’ora che lo spettacolo iniziasse…Ecco i miei colleghi: esploratori e archeologi che ritrovano la tomba. Un’azione scenica di 10 minuti. Finalmente il Maestro entra in buca. Ci siamo. Ho il cuore che batte a 240 bpm dalla gioia. Applauso. Io sarei “tornato vincitor”! Rock n roll…

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