Tutti conoscono, almeno di nome, il film West Side Story. Uscito nel 1961, questo musical è diventato famoso nell’immaginario collettivo per la tragica storia d’amore che ricorda i più famosi Romeo e Giulietta di Shakespeare e per le musiche trascinanti. Non tutti sanno, però, che uno dei suoi registi, oltre ad essere un famoso coreografo, aveva già rappresentato con enorme successo West Side Story a Broadway, da lui creato, diretto e coreografato.
Ma andiamo con ordine.
Ci troviamo nella seconda metà del Novecento. Il balletto ormai è una forma d’arte talmente conosciuta che nascono molte compagnie, non solo in Europa ma anche in Paesi come il Giappone, la Cina, la Turchia e l’Iran. Le compagnie spesso portano il nome della città o della nazione, proprio per l’orgoglio che deriva dall’averne una, per esempio Netherlands Dance Theatre, National Ballet of Canada o Balletto Centrale della Cina, ed iniziano ad andare all’estero come il balletto del Bolšoj che si reca in Occidente.
Il repertorio cambia, le compagnie non si esibiscono solo con i grandi classici come Lo schiaccianoci o Giselle ma i coreografi realizzano delle nuove coreografie contemporanee e spesso servono a pubblicizzarle. Si cerca di raccontare la vita civile dell’epoca.
La differenza tra balletto e modern dance, che era molto accentuata tra gli anni Trenta e Quaranta, inizia ad essere meno evidente. L’uno assimila le caratteristiche dell’altro, il torso diventa più libero nel balletto mentre nella modern dance appaiono la linea allungata e i piedi puntati.