Il mito di Orfeo ed Euridice è, sin dall’antichità, uno dei più conosciuti e amati: una storia d’amore così tenera e, allo stesso tempo, così tragica.
Si sa, poi, che le grandi storie d’amore (soprattutto se tragiche) da sempre ispirano i grandi Artisti.
Non si poteva, quindi, non riservare uno spazio speciale all’amore tra Orfeo ed Euridice, soprattutto dal momento in cui il motore e l’amore che ci muove è quello verso l’Opera: allora perché non scrivere proprio del mito che ha dato origine alle primissime opere liriche?
Fu proprio il mito di Orfeo, infatti, che più ispirò molti compositori e librettisti, dalle prime opere liriche su libretto di Ottavio Rinuccini, fino agli autori contemporanei, passando da opere liriche a poemi sinfonici, per approdare al musical.
La fortuna del soggetto di Orfeo s’ha da collocare, in primo luogo, nel successo dei drammi pastorali dagli albori dell’Opera sino a tutto il Settecento e, in secondo luogo, sul soggetto in sé per sé: il protagonista, infatti, è un musico, un filosofo, l‘artista per eccellenza e colui che incarna maggiormente gli alti valori dell’Arte; la sua amata, è una Ninfa, bellissima, sua fonte di ispirazione.
Facciamo una piccola sintesi sulla storia dei due mitici amanti: il loro amore felice e spensierato viene spezzato troppo presto, a causa di una terza figura, Aristeo, il quale non accettava i rifiuti della giovane. Allorché, Orfeo, decide di affrontare delle prove terribili pur di scendere negli Inferi al fine di recuperare la sua amata e, solo dopo averle superate con successo, gli viene concesso di portare indietro con sé la sua bella Euridice, ma ad una condizione: egli dovrà affrontare l’ultima prova (traducibile nella fiducia, ndr) e non voltarsi mai a guardare la sua amata finché non saranno usciti dal regno di Ade; il musico fallirà proprio alla fine quando, uscito egli dagli Inferi, si lascia investire dall’impazienza e si volta a guardare la sua amata che, non ancora rientrata nel mondo dei vivi, scompare così per sempre.