Il legno che scricchiola, l’odore di polvere, quella sensazione di viaggio indietro nel tempo che ti dà il Teatro, mancano a tutti. Mancano agli appassionati abituali che seguono ogni spettacolo dalla platea e che ogni anno ripetono il loro abbonamento, mancano a chi seleziona con cura gli spettacoli da vedere in base ai propri interessi, mancano a chi farebbe ore di viaggio pure di ascoltare e vedere quell’artista tanto ammirato o che desta un’incredibile curiosità. Ma soprattutto mancano a chi in quei luoghi trova anche il sostentamento per vivere, a chi li vive ogni giorno, a tutti coloro per i quali il teatro è il proprio lavoro. Mancano ai lavoratori dello spettacolo. Perché sapete, in teatro ci lavorano un numero di persone che probabilmente lo spettatore non può neanche immaginare. Immaginiamo la situazione di un teatro lirico. C’è un’orchestra, un direttore d’orchestra, un regista, un cast di cantanti, magari dei ballerini e dei mimi, gli artisti del coro, ci sono centinaia di tecnici, scenografi, attrezzisti, addetti ai costumi di scena, truccatori e potrei continuare. Tutti questi signori oggi sono chiusi in casa e non possono lavorare. Perché non esiste smart working per nessuno di loro. Nella migliore delle ipotesi sono in ferie, nella peggiore sono disoccupati. La situazione è estremamente drammatica. I sovrintendenti e i direttori artistici non sanno come affrontare questo momento nuovo e assurdo e nessuno gli offre, per il momento, soluzioni sul da farsi. Qualcuno ha cercato, e gli va riconosciuto un plauso, di continuare la propria attività in streaming per portare la cultura nelle case degli spettatori anche in un periodo così terribile. Cosa vuol dire? Per qualche giorno i musicisti si sono esibiti mantenendo un metro di distanza l’uno dall’altro e mandando in onda il concerto sulle piattaforme online a disposizione. Un fenomeno ammirevole che poi però si è dovuto arrendere all’incredibile incedere di questo virus. In questo marasma di informazioni confuse, di paura e preoccupazione, c’è chi sta vivendo questa situazione in maniera più difficile di altri. Pensiamo ai cast delle varie produzioni liriche per esempio. Normalmente, molti non lo sanno ma ai cantanti spetta un contratto secondo il quale si percepisce un cachet per ogni recita pubblica. Questo che vuol dire? Provo a spiegarlo per chi non avesse dimestichezza con questo mondo.

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