Nel panorama delle opere di Verdi di ambientazione storica ci manca parlare dell’Attila, un’opera non proprio dimenticata ma poco rappresentata ancora oggi nei teatri italiani. Il libretto è di Temistocle Solera che dopo quest’opera non collaborò mai più con il compositore parmense; la prima si ebbe al Teatro la Fenice di Venezia il 17 marzo 1846. Eccovi la trama!
L’azione si svolge ad Aquileia intorno al V secolo. Gli Unni di Attila sono giunti in Italia e stanno saccheggiando la città, uno stuolo di donne è offerto al condottiero dal suo esercito. Attila rimane colpito da Odabella, figlia del signore di Aquileia e desiderosa di vendicarsi: una volta ottenuta la sua spada, la donna cerca di colpire a morte il condottiero, fallendo. In scena entra il generale romano Ezio che cerca di fare un accordo con il capo unno: gli offre il suo appoggio nel conquistare altri territori in cambio del dominio sull’Italia ma Attilia, sdegnato, rifiuta. Il prologo si chiude con un cambio scena: a Rio Alto giungono i profughi di Aquileia guidati da Foresto, marito di Odabella, che giura vendetta. L’azione si è spostata fuori Roma, nel campo Unno che sta per entrare in città. Foresto riesce a trovare Odabella e dopo un’iniziale alterco, poiché la donna è nel campo nemico, i due si chiariscono; Odabella vuole vendicare con la sua spada la morte del padre. Attila ha un incubo che racconta ad un suo generale, Uldino: presso Roma, la voce di un vecchio gli intima di non avvicinarsi. L’esercito unno si prepara ad invadere la città ma da una delle porte compare una processione guidata dal vecchio papa Leone seguito da dei bambini biancovestiti. Attila è terrorizzato, il sogno premonitore si è avverato. Ezio scopre che l’imperatore Valentiniano ha deciso di concludere una tregua con gli Unni, così stabilisce di stringere a sua volta un patto con Foresto per uccidere il capo unno. Durante il banchetto per celebrare la tregua i Druidi avvertono Attila che i presagi sono nefasti ma il condottiero non li ascolta. Mentre la festa procede Foresto informa Odabella che Attila sta per bere da una coppa avvelenata ma la donna, essendo decisa ad uccidere di suo pugno l’unno, lo avverte chiedendogli di graziare Foresto: Attila accetta, a condizione che diventi sua moglie. Foresto è disgustato dal comportamento di Odabella, lui ed Ezio sono decisi a scacciare gli Unni dall’Italia. Mentre avanzano nel campo nemico, Odabella riesce a sfuggire alla cerimonia nuziale ma non prima di aver pugnalato a morte Attila. Senza più la guida del loro comandante, gli Unni vengono ricacciati al di là delle Alpi.