Il Trittico, composto da “Il Tabarro”, “Suor Angelica” e “Gianni Schicchi”, ci presenta in maniera molto chiara e netta il nostro rapporto con la morte. Attraverso tre storie diverse Giacomo Puccini vuole raccontare alcuni elementi della vita che sono unici e li racconta da punti di vista opposti. Non c’è opera così dura e soffocante come il Tabarro. Non soltanto il tenore Luigi viene ucciso da Michele in una lotta finale tra due amanti che amano la stessa donna (Giorgetta), ma la vera morte, il vero dramma che è presente in tutta l’opera e l’attraversa dall’inizio alla fine è la morte del figlio di Michele e Giorgetta. La storia è ambientata su un barcone ancorato lungo la Senna e mette in scena una fetta di società povera, emarginata e che vive alla giornata. È da notare che Puccini, insieme al librettista Giuseppe Adami, non vogliono raccontare una storia che vive in un luogo, ma che vive in un non luogo e quindi il fiume diventa un personaggio oltre che un simbolo di questo clima di incertezza. Il Tabarro non ci dà tregua perché ci mette davanti all’implacabilità della vita e il tutto è calato in un clima di sospensione. L’intera opera è caratterizzata da un andamento fluttuante, non c’è nulla di affermativo e per sottolineare questo Puccini fa ricorso all’uso del sistema modale (tutta l’apertura utilizza il misolidio) che lascia tutto in un clima rarefatto e indeciso. Abbiamo la percezione di un fiume in divenire melmoso, denso, che trasmette un senso di tristezza che fa da sfondo alla storia dei personaggi che sono dei vinti. Nel Tabarro più che in qualsiasi altra opera c’è una sonorità che non dà mai pace ed è tutta calata in una semi oscurità. Tutto questo è in netta contrapposizione con la città di Parigi. Il primo è un mondo che sta soffocando in mezzo ai suoi drammi, alla povertà, alla difficoltà di una vita che non trova futuro, mentre il secondo rappresenta una città che vive, si muove, piena di luce, gioia e piacere. Questo tema è ben reso da Giorgetta in “è ben altro il mio sogno” che ci regala il primo momento caldo, melodico, appassionato dove emerge la sua fisionomia sentimentale. Racconta del quartiere di Belleville dove era nata.

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