Il Festival del Maggio Musicale Fiorentino è uno degli eventi più prestigiosi riguardanti la musica lirica e sinfonica in Italia. Fondato nel 1933 da Vittorio Gui, il Festival è la prima manifestazione artistica musicale in Italia, tra le prime in Europa, assieme ai Festival di Beyreuth e Salisburgo.
Prende il nome dal Calendimaggio di Firenze, un’antica festa in cui si celebrava per tutto il mese l’arrivo della primavera. Per l’occasione, i giovani fiorentini cantavano i “maggi”, danzando e intrecciando fiori. I “cantamaggio” arricchivano le loro melodie con rifioriture e ritornelli, mentre i “maggiaioli” si esibivano in serenate. Era quindi un’occasione per tutta la città per esibirsi in canti, balli, musica, teatro, spettacolo, e da questo “maggio teatrante” prende vita, in tempi moderni, l’odierno Festival del Maggio Musicale Fiorentino. Un richiamo al passato che non si preclude uno sguardo attento verso la contemporaneità.
Attraverso edizioni tematiche, fin dalla sua nascita il Festival unisce tradizione a novità, presentando nel suo cartellone opere e brani sinfonici di compositori contemporanei. Centrale per il festival è stata anche la riscoperta di opere entrate ormai nel repertorio, come la Lucrezia Borgia di Donizetti (rappresentata con regolarità nel XIX e XX secolo, ma di fatto parte del repertorio d’opera solo dal 24 aprile 1933, quando fu rappresentata a Firenze), o ancora la Medea di Cherubini, che deve proprio al Maggio Musicale Fiorentino il suo ritorno sulle scene italiane, complice un’interprete d’eccezione, Maria Callas, che la interpretò per la prima volta a Firenze nel 1953.
Il Festival è stato inoltre trampolino di lancio per uno dei direttori d’orchestra più acclamati al mondo, Riccardo Muti, che proprio in questi giorni festeggia a Firenze i suoi 50 anni dal debutto alla direzione dell’Orchestra della città.
Un mezzo secolo iniziato nel turbolento 1968, negli anni in cui le proteste politico e le lotte sindacali erano in primo piano anche nell’ambiente musicale.
Il Maestro, in un incontro dedicato a questo importante anniversario, tenutosi martedì 10 luglio al Salone dei Cinquecento a Firenze, ha ricordato con piacere i primi anni della sua carriera a Firenze. Arrivato da Napoli e dopo aver studiato composizione e direzione d’orchestra a Milano, il Maestro ottiene un ingaggio dal Teatro di Firenze per un concerto con il pianista Sviatoslav Richter che avrebbe dovuto tenersi nel mese di marzo. Proprio a causa degli scioperi, che nel 1968 erano all’ordine del giorno, il concerto di marzo non fu tenuto, traslando così a maggio, proprio nel contesto dell’omonimo Festival Musicale. Inizia così la carriera di
Riccardo Muti, che grazie al Festival riesce a farsi conoscere a livello internazionale, diventandone direttore principale dall’anno successivo, 1969, fino al 1985.
Nell’incontro il Maestro Muti ha ricordato altri episodi della prima parte della sua carriera, come le lotte con i rappresentanti politici della città, che non volevano che la bandiera del governatore Gessler nel Guglielmo Tell di Rossini fosse rossa (richiamando, non volontariamente, i partiti sinistra), e che quindi fu risolta aggiungendo delle strisce nere al drappo vermiglio. O ancora quando in Cavalleria Rusticana, durante La Siciliana di Turiddu, irruppe sul palco un uomo che protestò per l’eutanasia negli ospedali fiorentini.
Un stretto rapporto, quello di Muti con Firenze, del cui teatro fu direttore principale fino al 1985 (lasciando poi il posto a Zubin Mehta), ma che ancora oggi non cessa, segno di gratitudine del Maestro per una città e un teatro che gli ha dato tanto.
Elena Santoni