L’immaginario italiano sul Nord America al tempo di Puccini era legato al Buffalo Bill Wild West Show, uno spettacolo circense e western itinerante, al quale lo stesso compositore assistette. Per il resto, lo scambio di informazioni poteva avvenire attraverso parenti che erano negli USA a cercare fortuna, con tutte le difficoltà di comunicazione che c’erano all’inizio del Novecento. Subito dopo il successo della Madama Butterfly Puccini si mise alla ricerca di un nuovo soggetto, una ricerca lunga e piena di proposte, un periodo di intensa attività e di difficoltà personali. La svolta avvenne nel gennaio del 1907: Puccini è a New York e assiste al dramma The Girl of the Golden West di David Belasco, lo stesso autore della Butterfly, che aveva ispirato il lucchese. All’inizio il compositore non fu troppo convinto di trasformare il dramma teatrale in un’opera lirica, ma il seme ormai piantato dette i suoi frutti. A questo processo forse contribuì anche il successo ottenuto con l’opera precedente.

Siamo in California, in un non meglio specificato momento della caccia all’oro, in un villaggio vicino ad una miniera che ha come luogo di ritrovo una locanda chiamata La Polka. La taverna è gestita dall’unica donna del posto, Minnie, della quale tutti gli uomini sono innamorati; ella assume in sé sia il ruolo di madre che il ruolo di istitutrice, tant’è che appena compare in scena è intenta a leggere dei passi della Bibbia. Alla fine della lettura lo sceriffo del villaggio, Rance, dichiara il suo amore ma la donna risponde in modo evasivo ed è in quel momento che entra uno straniero, Dick Johnson. Quest’ultimo in quanto forestiero non può entrare ma la locandiera dice di averlo conosciuto lungo un sentiero, per i due era stato colpo di fulmine a prima vista; i minatori escono di scena poiché è arrivata la notizia di un avvistamento della banda del famigerato bandito Ramerrez.

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