Può esistere un’opera di Verdi che è poco rappresentata sui palchi dei maggiori e minori teatri mondiali? In realtà esistono diverse opere del compositore di Busseto che non sono rappresentate assiduamente come altre e oggi vi racconterò de Il corsaro.
Verdi trasse i soggetti delle sue opere dalla letteratura sia coeva che non, Il corsaro non è da meno infatti è tratto da una novella in versi di Lord George Byron proprio con questo titolo. Fin dalla sua composizione Il corsaro subì alti e bassi, Verdi era interessato al soggetto inglese ma quando decise di comporre l’opera si trovava in una fase di transizione: aveva cambiato editore e non ne era soddisfatto, la sua relazione con la Strepponi era iniziata da poco, e, contemporaneamente, si era interessato ad un altro progetto. La prima andò in scena nell’autunno del 1848 al Teatro Grande di Trieste, Verdi non si interessò minimamente alla cura dell’allestimento e non diresse neanche la prima messa in scena. Un esordio sfortunato che contribuì, a far dimenticare quest’opera.
L’azione si svolge nel Mar Egeo, Corrado è un corsaro in esilio che vive su un’isola insieme ad altri compagni e alla sua amata. Egli non è contento della sua situazione e a seguito di una lettera contenente indicazioni militari, invita i compagni ad attaccare i musulmani del pascià Seid. Il primo atto si conclude con l’uomo che si congeda dalla sua amata Medora che è angosciata dai possibili e gravi risvolti di questa sollevazione. Il secondo atto è ambientato nella città turca dove risiede il pascià: Corone, Seid è venuto a sapere dell’imminente attacco dei corsari e quindi prepara la difesa mentre la favorita Gulnara piange la sua sorte. Il furbo Corrado si presenta al pascià sotto le spoglie di un prigioniero sfuggito ai corsari in modo da poter permettere ai compagni di appiccare il fuoco alle navi e all’harem. A seguito dell’incendio si scatena il panico e Corrado salva Gulnara ma viene fatto prigioniero, la donna insieme alle altre odalische intercede per lui ma il pascià lo destina ad una morte atroce. Corrado è imprigionato in una torre dove viene raggiunto da Gulnara, infatuata di lui e che ha predisposto la fuga per entrambi. La donna gli propone di uccidere il pascià nel sonno ma il corsaro si rifiuta così procede da sola nell’assassinio poi insieme a Corrado riescono a scappare. I fuggitivi finalmente raggiungono l’isola dei corsari ma qui egli trova Medora in fin di vita poiché, credendolo morto, ha ingerito del veleno. Incapace di sopportare il dolore generato dalla perdita della sua amata il corsaro si getta in mare per annegarvi.