Cari melomani, oggi torno a parlare di Giacomo Meyerbeer, uno dei padri del Grand-opéra. I Grands-opéras sono tutti quei componimenti che presentano libretti con soggetti a sfondo storico, con contrasti passionali e continui cambi di situazione e colpi di scena; inoltre, hanno molta importanza le scene spettacolari, caratterizzate dall’impiego di numerose comparse, cortei, sfilate e balletti, che fanno sì che la durata di questo genere di opere sia molto lunga. Detto ciò, veniamo all’opera in questione, ovvero “Les Huguenots” (“Gli ugonotti”), su libretto di Eugène Scribe ed Émile Deschamps che andò in scena per la prima volta all’Opéra national de Paris il 29 febbraio 1836.

L’opera si svolge nella Francia del XVI secolo sconquassata dai contrasti religiosi tra cattolici e protestanti, gli ugonotti appunto. Il primo atto si apre sul Conte di Nevers, cattolico, che ha organizzato un banchetto al quale invita anche il nobile Raoul de Nangis, un ugonotto innamorato di una donna misteriosa alla quale ha salvato la vita. Il banchetto viene interrotto in due momenti: con l’arrivo di Marcel, servo fanatico ugonotto di Raoul che inveisce contro i cattolici, e con l’arrivo di Valentine de Saint-Bris, promessa sposa di Nevers che rompe il fidanzamento; non solo, scopriamo anche che questa ragazza è quella amata dal nobile ugonotto. L’atto si chiude con l’arrivo di un paggio che consegna a de Nagis un biglietto che lo invita a presentarsi bendato a un appuntamento, cui l’uomo si convince ad andare. Nel frattempo, gli invitati leggono il biglietto e riconoscono la grafia di Marguerite de Valois, sorella del re Carlo.

 

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