L’ascolto come una nuova opportunità.

 

“Ascolta chi è di fianco a te”.

Chiunque abbia suonato o cantato con altri artisti ha sentito questa frase almeno una volta. Ma che dico, “una volta”? Innumerevoli volte. Diciamo che per chi fa musica in compagnia, questo è forse il comandamento fondamentale, imprescindibile. Fare musica insieme, infatti, vuol dire prima di tutto risuonare insieme agli altri, trovare una frequenza comune, non solo dal punto di vista sonoro, ma anche personale e umano. Ascoltare chi ti circonda e collabora con te significa ricercare complicità e sinergia, allineando le proprie note con quelle dei musicisti esterni.

Un’orchestra che suona, un coro che canta, un gruppo da camera che si esibisce sono tutte rappresentazioni di un impegno comune, una coalizione organizzata e diplomatica di tante spinte individuali che trovano nell’unità e nella coesione la realizzazione artistica. E tutto nasce dall’ascolto, dalla comprensione delle intenzioni degli altri e dalla ricerca di una mediazione comune.

La musica ha tante qualità: sicuramente quella di offrirci una manifestazione udibile del Bello artistico è già un pregio notevole, ma la grandezza maggiore – a mio modesto parere – è quella di saper educare chi la pratica. La musica, infatti, non è solamente Arte, ma è anche disciplina, come tale richiede pratica e sacrifici, e dona anche metodi e strumenti importanti da traslare nella quotidianità.

 

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