Cari lettori eccoci ritrovati al 4° appuntamento di questa serie di racconti e testimonianze. Stavolta cambio il mio modo di scrivere: recentemente ho intervistato l’amico, artista del coro presso Fondazione Arena, Enrico Terrone di 30 anni e rileggendo e riscrivendo parecchie volte queste mie righe, mi sono accorto che per capire bene il messaggio, dovevo andare a ritroso. Quindi, partiamo dal consiglio per i giovani artisti.

“Non mi sento in grado di dare consigli agli altri, l’unica cosa che posso dire ,per esperienza personale, è che, dato che la vita è una, va vissuta appieno e senza rimpianti!” fissate questo concetto poiché è molto prezioso: esso si riscontra pienamente nella nostra normale vita quotidiana oltre che negli studi e alle passioni.
L’opera tratta sempre le stesse tematiche e ha sempre quella miriade di emozioni che variano sempre all’interno della stessa. Ma non ci sono due opere uguali. Nella loro estrema similitudine sono diverse come acqua e fuoco per questo, per Enrico è difficile trovare una preferenza, ma delle numerose e meravigliose pagine del repertorio lirico cita “la monumentale scena degli enigmi di Turano, l’emozionante e intimo 1° quadro del 1° atto di Bohème ,in cui Rodolfo e Mimì si innamorano, o lo struggente addio alla vita di Edgardo quando caspisce di aver perso il suo amore nella Lucia di Lammermoor”.

WhatsApp Image 2017 06 27 at 17.33.55 1Stesso sentimento anche per i modelli di cantanti cui trarre ispirazione:”chi per il fraseggio, chi per la tecnica, chi per il timbro, chi per la potenza vocale e chi per l’interpretazione mi offrono continuamente spunti di riflessione e studio”. Studio sia vocale che mentale. Specialmente sotto la doccia, anzi a tal domanda ironica Enrico ha ricordato una scena del celebre film di Woody Allen “to Rome with love”, in cui c’è una persona comune dotata di una grande voce da tenore, ma che riesce a cantare bene solo sotto la doccia. Ma prima di una bella doccia rinfrescante c’è la strada: Enrico ha iniziato a cantare da piccolo con gli amici le canzoni della tradizione classica napoletana, ed è proprio merito di quest’ultima la scoperta della sua passione per la lirica. Come? “La passione per la canzone classica partenopea mi ha aperto un mondo verso i grandi interpreti del passato come Beniamino Gigli, Enrico Caruso, Mario del Monaco, Franco Corelli fino a Pavarotti. Approfondendo la vita e la carriera di questi grandi artisti mi sono sempre più innamorato dell’opera lirica”.

La sua gioia nel cantare è indescrivibile tanto che pur laureato in fisioterapia, pur avendo un buon numero di clienti da permettergli una vita agiata ,ha scelto di itraprendere la strada più complicata e tortuosa ma che dona felicità e grandi emozioni, appunto indescrivibili. Un grazie speciale ad Enrico ,che saluto e abbraccio, per la disponibilità a cui spero vivamente che queste mie righe ,basate sulle sue parole, siano di suo gradimento. Insomma mi pare di capire che l’unico criterio di giudizio nella nostra vita sia “dato che che la vita è una, va vissuta appieno e senza rimpianti” e non è così scontato.

Massimiliano Mazza per Enrico Terron