Premetto che non mi è per nulla semplice scrivere questo articolo.
Natale. Atmosfera gioiosa, siamo tutti più buoni, persino ai più cinici vien voglia di innamorarsi. Un caloroso freddo, tanti sorrisi e vin brûlé. Il Natale, a mio parer, è molto più romantico di San Valentino.
Conosciamo tutti il capolavoro pucciniano ed è veramente facilissimo riconoscersi in quella compagnia. Io, per primo, in Rodolfo. Amo così tanto la naturalezza di quest’opera, indubbiamente la sento molto per l’età: ho 23 anni e faccio parte di una “compagnia”, in realtà è una famiglia in tutto e per tutto. Consideriamo anche che la mia prima La Boheme è stata diretta da quella formidabile bacchetta del carissimo amico Francesco Ivan Ciampa.
Eppure c’è sempre una pecca: sento quest’opera anche per un altro motivo, una disgrazia che, ahimè, sono chiamato ad affrontare ora…
La Bohème inizia proprio in questo periodo dell’anno… storia di amore, di amicizie e di famiglia. La normalità. Poi…
Non c’è Scarpia, non c’è una principessa assetata di sangue… non c’è un cattivo… è, semplicemente, la vita.
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Ph. Credits: Mam-E