Tutti conosciamo Astrifiammante, ossia la Regina della Notte, come la perfida protagonista del “Die Zauberflӧte” di W.A. Mozart e E. Schikaneder, ma se in realtà non fosse davvero perfida ma solo una regina, o meglio una donna, sconvolta e sofferente? La incontriamo per la prima volta nella scena sesta del primo atto quando, nel dialogo con Tamino, è intenta a spiegargli, e a spiegarci, che la figlia Pamina è stata rapita da un uomo malvagio che si scoprirà, dalle bocche delle Tre Dame, essere Sarastro, Gran Sacerdote del Regno della Saggezza. La Regina presenta quindi Sarastro come l’iniziale antagonista della storia anche se poi Schikaneder, con un colpo di scena, farà capire al pubblico che l’antagonista ufficiale de “Il Flauto Magico” è proprio lei, ma se in realtà la Regina dicesse la verità e Sarastro fosse realmente un uomo cattivo? Astrifiammante viene sempre descritta come il personaggio irrazionale e passionale della storia, e quindi considerata negativa nell’era illuminista (anche se nella prima stesura del libretto era proprio lei l’elemento positivo della storia), a contrario di Sarastro, uomo di ragione, perché mossa da rabbia e risentimento che si scopriranno essere dovuti alla perdita del Cerchio del Sole, ossia il simbolo di potere che il marito cedette volontariamente agli iniziati. Dopo la cessione dell’oggetto, venne declassata al Regno della Notte e quindi condannata ad una vita buia e triste, abbandonata alla rabbia e alla solitudine. Se aggiungiamo al tradimento del marito anche il rapimento della figlia da parte dell’uomo che le ha “portato via” il suo regno, come si può non capire e compatire colei che è stata ingiustamente chiamata “cattiva”?