La risposta di Giovanni
Secondo me è in parte giusto. Tutto quello che abbiamo oggi riguardo al modo di fare musica nel passato è un prezioso tesoro, costituisce la base dell’oggi, ma, ammirando i modelli del passato, non bisogna mai pensare che andando a teatro troveremo quello. Questo è un po’ il rischio che si corre ascoltando molto spesso i grandi cantanti del secolo scorso, artisti intramontabili e inarrivabili. Per fare un esempio, non troverò mai, al giorno d’oggi, un’interpretazione di “Otello” del Maestro Verdi come quella di Del Monaco, è impossibile e non bisogna, a parer mio, prepararsi a un’opera in teatro ponendosi come modello i grandi del passato. Il confronto, che diverrebbe poi inevitabile, porterebbe solo a una grande delusione e si corre così il rischio di non essere mai soddisfatti di quello che si ascolta. Tanti artisti di oggi, durante le nostre interviste, ci hanno detto che è giusto ascoltare e prendere ispirazione, ma non bisogna mai copiare quel cantante, non bisogna cercare di imitarlo, perché, come è giusto che sia, il modo di fare musica cambia nel tempo, ogni artista lascia un segno che si tramuta in un passo verso il cambiamento, ognuno con il suo modo di cantare porta novità.
Noi possediamo innumerevoli, importanti registrazioni che ci raccontano la musica di quaranta, cinquanta, sessant’anni fa e ci fanno rivivere la magia di voci immortali: Tebaldi, Callas, Simionato, Corelli, Del Monaco, Gobbi, Protti e tanti altri. Sono materiale prezioso, dal valore inestimabile per un appassionato di lirica. Questi artisti hanno cambiato la storia della musica, sono fondamentali per tutto quello che sentiamo oggi e sono la base per i giovani cantanti, dopodiché ognuno scoprirà il suo stile e il suo modo di fare musica.
Concludendo, credo che le differenze siano troppe e che non si debba sempre fare confronti, ma sono convinto che a volte un confronto maturo e attento a livello interpretativo, e volto alla ricerca di quel qualcosa in più che porta in alto un nome, faccia bene agli artisti stessi e li incoraggi a proseguire il proprio studio e maniera sempre più approfondita.