Quando parliamo comunemente di teatro la prima idea ed associazione che ci viene in mente è quella del teatro di prosa, ovvero il classico testo recitato da attori che interpretano diversi personaggi inseriti in una certa vicenda ambientata un determinato luogo e periodo.
I grandi poeti del passato hanno scritto delle opere di prosa teatrali che sono rimaste nella storia, un esempio che non ha bisogno di presentazioni: William Shakespeare.
Con la nascita di quella che chiamiamo “opera lirica” a fine Cinquecento nella Camerata de’ Bardi a Firenze, il consueto recitare del teatro diventò recitar cantando, introducendo quindi l’elemento musicale al solo elemento recitato, ovvero la parola.
Ma cosa veniva raccontato nell’opera lirica? Le storie più disparate: da fatti storici realmente accaduti a favole completamente inventate, dagli ideali più sentiti appartenenti a popoli in schiavitù ai sentimenti umani dei singoli individui; insomma, si raccontava la società e la sua evoluzione nel tempo.
I drammi erano tratti da testi di opere teatrali di prosa e venivano successivamente versificati da poeti scelti. Ci sono pervenute centinaia di opere teatrali scritte che raccontano vicende, drammi, passioni e queste stesse storie hanno ispirato molto compositori e musicisti nel tempo. Tra le tante composizioni teatrali conosciute vorrei porre l’accento su quelle di un famoso poeta, scrittore e filosofo, Friedrich Schiller, il quale fu grandissimo ispiratore per compositori famosissimi che scrissero delle opere liriche altrettanto famose.
Schiller prima di essere scrittore e poeta studiò, forzatamente, Legge e Diritto all’Accademia e in seguito medicina; suo padre, infatti, era chirurgo militare. La sua famiglia, residente nel Ducato di Württemberg, era vincolata dal punto di vista economico al Duca. Su sua pressione, Schiller esercitò brevemente la professione di medico militare, ma mantenne sempre dentro quell’ardore di scrittore che gli permise di redigere dei testi che vennero consacrati alla storia.