Sembra vero!!
Quante volte esclamiamo queste parole, quando siamo al cinema, a teatro, o assistiamo ad un fatto riprodotto come se fosse veramente reale. La bravura, infatti, di chi interpreta è tale far sembrare vero ciò che è pura finzione, coinvolgendoci così tanto da riuscire addirittura ad emozionarci.

Questa contrapposizione finzione-realtà mi ricorda spesso la straordinaria invenzione teatrale che avviene nell’opera verista Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
Opera breve ma bellissima, intrisa dei più antitetici sentimenti, si ispirò ad un reale fatto di cronaca nera, poiché il padre di Leoncavallo era magistrato nel paese dove avvenne il misfatto. Vediamo quali sono le due situazioni che si riferiscono al vero e alla recitazione.

In un tranquillo villaggio giunge la carovana di una compagnia teatrale di Pagliacci, che fanno capo a Canio, sposato con la fanciulla Nedda. La compagnia promette alla folla euforica di esibirsi in uno spettacolo serale.
In seguito Canio scoprirà Nedda amoreggiare con Silvio, un contadino del luogo, ma non può intervenire perché l’inizio dello spettacolo è imminente.

A quale spettacolo assistono i paesani del villaggio? Colombina (interpretata da Nedda) è a casa con l’amante Arlecchino, che riesce a nascondersi velocemente all’arrivo inaspettato di Pagliaccio, suo marito (Canio). Pagliaccio è furente, si rivolge geloso a Colombina perché sa che lei lo tradisce.

Ecco quindi che, per i personaggi principali, la finzione (la storia di Pagliaccio e Colombina) e la realtà (la storia di Canio e Nedda) si sovrappongono perfettamente.
Il gioco è fatto.Pagliacci 2
Il pubblico (interpretato dal coro) rimane attonito nel veder Pagliaccio sfogare la rabbia in una maniera così coinvolta ed appassionata:
Comare, mi fa piangere!
Par vera questa scena!
E ancora:
Fanno davvero?
Sembrami seria la cosa e scura!
Ma alla fine di tutto, quando Pagliaccio estrae il pugnale, allora tutti capiscono, tutti realizzano con orrore che non c’è più finzione su quel palco.
Ferma! Arresta!
Gesummaria!
È sconcertante per noi, che assistiamo come pubblico, vedere un altro pubblico che si disincanta e realizza che lo spettacolo a cui sta assistendo non è più finzione ma realtà.
Un colpo di scena fenomenale.

Al termine, dopo aver pugnalato Nedda, Silvio esce dalla folla per soccorrerla e Canio ucciderà anche lui. Nello sbigottimento generale le ultime parole sono state incise nelle più famose frasi d’opera:

La commedia è finita!

L’orchestra esplode nel finalissimo, cala il sipario, un brivido ci percorre lungo la schiena. Qualcuno lo sfoga con qualche lacrima, altri con un fragoroso ed incessante applauso.

Video:
https://www.youtube.com/watch?v=i__XsGDYpb0

Alessandro Bugno