La bella addormentata nel bosco è un cartone animato targato Disney del 1959. Per spiegare la trama ci aiuta il Mereghetti:
Per evitare la maledizione della strega Malefica («prima del sedicesimo anno si pungerà con un arcolaio e cadrà in un sonno eterno»), la principessa Aurora viene mandata nel bosco con tre fate buone, Flora, Fauna e Serenella, che però non impediranno alla profezia di compiersi. Toccherà al principe Filippo uccidere la strega e con un bacio risvegliare la sua promessa sposa. Ispirato alla favola di Charles Perrault, è il film che ha avuto la più lunga gestazione di tutta la produzione Disney a cartoni (sei anni di lavoro), ma nonostante il grande lavoro scenografico che richiama lo stile dei dipinti del primo del Rinascimento, l’uso del formato technirama 70mm, e quale buona invenzione (i mostriciattoli di Malefica, il combattimento col drago) non ha molto ritmo e i due protagonisti non riescono a rendere appassionanti le loro avventure. Da notare che, sullo sfondo, le chiome degli alberi sono «quadrate», in sintonia con lo stile geometrico allora in voga nel disegno.
Mentre scorrono i titoli di testa del cartone vediamo che, oltre ad essere adattato “from the Charles Perrault version of Sleeping Beauty”, le musiche sono “adapted from Tchaikovsky’s Sleeping Beauty Ballet”. Ma andiamo con ordine.
La bella addormentata può essere considerato un balletto classico, nel quale sono protagonisti i valori formali come l’ordine e la simmetria, vengono rispettate le regole della tecnica accademica e, solitamente, il contenuto emotivo viene considerato in secondo piano. Marius Petipa, che oltre ad essere il coreografo de La bella addormentata lo è anche de Il lago dei cigni e de Lo schiaccianoci (con il successo de La bella addormentata, a Čaikovskij, l’autore delle musiche, viene commissionato un altro balletto: Lo schiaccianoci, appunto), segue una struttura: l’adagio iniziale dei due partner viene seguito dai loro assoli, poi danzano nella coda conclusiva, piena di prodezze tecniche, focalizzando l’attenzione sulla ballerina. Oltre al classico, ci sono anche danze etniche, come accade nell’atto del matrimonio.
Il balletto, formato da tre atti e un prologo, debutta nel 1890, protagonisti Carlotta Brianza nel ruolo di Aurora, Pavel Gerdt interpreta il Principe Désiré, Enrico Cecchetti nel doppio ruolo di Carabosse en travesti e dell’Uccello Azzurro mentre Maria Petipa, figlia di Marius, interpreta il ruolo (allora quasi solo mimico) della Fata dei Lillà.