Per la rubrica “Miti del passato” oggi siamo in compagnia di cinque grandi nomi che hanno reso grande il panorama lirico mondiale.

 

Magda Olivero, classe 1910, è stata una delle più grandi interpreti del repertorio verista del nostro tempo. Nata a Saluzzo, iniziò a cantare giovanissima e si specializzò poi con vari insegnanti di canto che la portarono a essere la grande stella che tutti ricordano.

Follemente innamorata della musica di Cilea, dedicò ore di studio “matto e disperatissimo” per eccellere in quel ruolo, fu una eccezionale eroina Pucciniana e una strabiliante Minnie in Fanciulla del West. Dotata di una vocalità lunga e robusta, longeva come la stessa sua anima… la Olivero finita la carriera artistica si dedicò a cantare nella chiesa di Saluzzo (paese natale) una sola volta all’anno una “Ave Maria” differente, ricercando nei vari repertori l’unicità che sempre la ha distinta.

La sua tecnica le ha permesso di cantare fino a cento anni e di far dire a Maria Callas la frase: “c’è solo una persona che può farmi tornare quella di un tempo, e quella è la Olivero”.

 

Giacomo Lauri Volpi, orfano a 11 anni, nasce a Lanuvio nel 1892.

Esordisce nel 1919 con i Puritani con il nome di Giacomo Rubini, utilizzando il nome del tenore prediletto di Bellini.

Dopo il successo utilizza il suo nome reale, ma essendo in carriera il tenore Guido Volpi, decide di aggiungere Lauri come segno di buona fortuna.

Voce possente e armoniosa, canta su un repertorio vastissimo e lui stesso sosteneva che si dovesse cantare sui centri e risolvere sugli acuti.

Tenore dotato di molta popolarità, diventa amico di Mascagni e su suo consiglio è Turiddu in Cavalleria Rusticana, inoltre, secondo Adami, librettista di Turandot, Puccini quando stava pensando a Calaf immaginava un tenore come Lauri Volpi.

Maestro di Franco Corelli, sono memorabili i racconti di Corelli che narra le battaglie vocali tra i due e i consigli di Volpi prima di debutti importanti come Polliuto.

 

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