Cari lettori, oggi vi parlo di una presunta rivalità storica, su cui si è scritto tanto, forse troppo: la rivalità tra Maria Callas e Renata Tebaldi.
Ho da poco iniziato la lettura del libro “Io Maria, lettere e memorie inedite“, edito Rizzoli del Dicembre 2019. In cosa differisce l’ennesimo libro sulla figura del Soprano Maria Callas rispetto a tutto ciò che è stato pubblicato in precedenza? La differenza sostanziale, è che è stato scritto quasi interamente dalla cantante stessa. Il libro, infatti, è composto da memorie scritte da Maria Callas che avrebbero dovuto un giorno andare a comporre la sua Biografia ufficiale e da lettere inviate o ricevute durante la sua intera carriera. Gli spunti di riflessione a riguardo sono stati molteplici, ma prima di tutto mi ha colpito un avvenimento che potrei definire il fulcro riguardo alla rivalità storica tra le due cantanti.
Scrive Maria Callas: “A Rio de Janeiro avvennero i primi urti tra me e la Renata. Non ci incontravamo da parecchio tempo e fummo liete di ritrovarci (io, almeno, lo fui sinceramente). Ricordo che eravamo sempre assieme, negli allegri ristoranti di Rio: io, lei, sua madre, Battista, Elena Nicolai e suo marito. Poi, un bel giorno, il signor Barretto Pinto, sovrintendente del teatro dell’Opera invitò i cantanti a prendere parte a un concerto di beneficenza. Accettammo e la Renata propose – fummo tutti d’accordo con lei – di non concedere neppure un bis. Ma quando venne il suo turno, terminato in mezzo agli applausi l’Ave Maria dell’Otello, Renata attaccò, con nostro grande stupore, una romanza dell’Andrea Chénier e subito dopo il Vissi d’arte della Tosca. Ci restai molto male, ma diedi a quel gesto della Renata il peso che si può dare al capriccio di una bambina. Solo più tardi durante il pranzo che seguì il concerto, mi accorsi che la mia cara collega e amica era cambiata nei miei confronti, che non riusciva a nascondere, ogni volta che doveva rivolgersi a me, una punta di amarezza. Ricordai allora che poco prima, entrando in teatro, mi era apparsa davanti senza un cenno di saluto e che alla Norma, incontrandomi nel corridoio al termine dello spettacolo, mi aveva detto con tono un po’ astioso: “Brava Callas”, chiamandomi per la prima volta Callas e non Maria. Si tratta, è vero di sfumature, ma ne rimasi turbata.
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Ph. Credits: Opera Arena Magazine