“Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.”

Questa affermazione di Italo Calvino a proposito dei libri può essere applicata, senza bisogno di alcuna interpretazione, anche alla grande musica.
Da oggi infatti, cari lettori, aggiungiamo periodicamente alla nostra rubrica di “Musica e Teatro”, anche degli articoli dedicati alla musica “Classica”, nel senso più ampio del termine, riferendoci alla musica sinfonica, barocca, polifonica, etc. …
Un classico in musica ha un potere molto grande: riuscire a parlare a tutti, evocare suggestioni in maniera indistinta e senza bisogno di mediazioni, lasciando ad ogni ascolto un piccolo “dono” che ciascuno di noi – adulto o bambino, esperto o neofita che sia – può cogliere e mettere a frutto a proprio modo.
Pensiamo quindi alle Nove Sinfonie di Beethoven, che dopo più di due secoli non smettono di conquistare generazioni di ascoltatori, frequentate assiduamente dal vivo o intercettate in maniera più o meno casuale, in disco o magari attraverso la pubblicità: chi non conosce le celebri quattro note di apertura della Quinta, o l’immortale tema dell’Inno alla Gioia della Nona?
La loro composizione si estende dal 1799 al 1812 dalla N°1 alla N°8, per arrivare al 1824, anno di composizione della Nona. Ciascuna sinfonia ha temi, numeri musicali, caratteristiche ed immagini ben definite che Beethoven stesso plasma tramite le note.

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