Pochi giorni fa si è concluso il 96esimo Festival Lirico dell’Arena di Verona. Facendo un riassunto, intendo cercare di portarvi proprio dentro il retropalco in una maniera anche un po’ informale per rendere l’idea. Il punto è che è impossibile e probabilmente sarà solo un gran caos.

Da dove partire? Ah si: in Arena piove dentro sempre (l’acqua filtra e molto). Le gocce hanno una mira così precisa che colpiscono 3 punti: in testa, sul collo, tra occhio e occhiale.
Il nostro sostentamento? Boccioni d’acqua… colpa dei bicchieri o dell’acqua stessa, boh, comunque quel sapore plasticoso con una puntina di dolcezza dopo un po’ lo apprezzate, in certi momenti lo amate proprio, tipo quando di sera ci sono 30 gradi, e sotto il costume c’è una temperatura superiore al nucleo del sole; le ventole al massimo in camerone… il torcicollo è normale.
Dah andiamo con ordine.

Il silenzio. Senti solo le gocce d’acqua cadere ed i piccioni. Quando sei la prima comparsa ad arrivare noti un silenzio astrale. Magico. È in perfetto ossimoro: ti permette di concentrarti ancora di più per l’avvenire e di entrare in comunione con l’ambiente al massimo. Entri in camerone ed è deserto; c’è quell’aria fresca sia umida sia secca ad accoglierti ma non ha odore. Ma quel silenzio è veramente impressionante: siamo all’incirca 20 per camerone ed è una babele quando siamo tutti. Silenzio. Massì dai andiamo al bar a bere un caffè prima dell’ora di punta dove ordinare diventa una delle fatiche di Ercole.
Man mano arrivano tutti.

E le feste di camerone? Altroché il pranzo nuziale! Tavolate di cibo e cibo a non finire! Dopo non entri più nei costumi. C’è una rivalità tra i cameroni: non si offre a nessuno e soprattutto bisogna fare meglio degli altri sbizzarrendosi con varie idee, ossia, tra aspetto e organizzazione. Qualità del vettovagliamento sempre impeccabile grazie alle addette alla vestizione e alle sarte. Che persone meravigliose! Sono un misto tra sorelle, mamme, zie e pure consulenti su qualsiasi cosa, oltre ad essere chef stellati ed aggiustarti il costume in meno di un secondo. Angeli.
Non mancano mai le carte ed i giochi da tavolo: dalla briscola al monopoli.

massiC’è gente che studia, compone: dai futuri cantanti, ai futuri medici, ai futuri direttori d’orchestra non manca nessuno.
Andiamo verso l’arco centrale: attenzione a non scivolare sul marmo bagnato! Salutiamo le maschere del retropalco. Ecco i coristi! Pozzi di scienza musicale: è sempre bello e utile avere un parere da loro. Mmmm che buon odore da forno: al bar stanno facendo le brioches!!!!

Ecco il trucco e parrucco: coccole gratis! E l’odore non è per nulla quello di un negozio di cosmetica!
Bar intasato (è l’ora di punta).
Ecco attrezzisti e macchinisti e tecnici vari intenti a sistemare e a preparare: senza di loro non si fa lo spettacolo!
Passato l’arco centrale troviamo l’ufficio regia, camerini della compagnia di canto, cameroni core donne, altra postazione trucco e parrucca, sartoria, cameroni corifee, ballo, mimi e orchestra. Quanto ci si impiega a percorrere tutto il corridoio? Dipende da quanta gente saluti.

E che suoni ha l’Arena, a parte lo spettacolo e suoni derivati ed il silenzio di prima? Ai piccioni non ci fai caso, alla gente che passa nemmeno, una chitarra o un ukulele sono sempre presenti: servirebbero per dopo la recita prima dell’inizio opera e durante gli intervalli qualcosa si strimpella. Le 3 domande più ricorrenti sono: “hai una sigaretta?“; “hai l’accendino?“ ; “giochi?“. Poi c’è lo sport: con lo smartphone o con il tablet non perdiamo mai una diretta! Ma il vero sound sono le chiamate via interfono: “comparsa numero x a PP. 3 San Nicolò. Tutte le riserve in ufficio regia. Primo segnale. Preparazione per ufficiali con bandiera. Preparazione per artisti del coro per interno”. Permettono lo svolgimento dello spettacolo!

Ciò che ha dell’incredibile è che in camerone non c’è odore da stalla, neanche dopo un Nabucco… e Nabucco regia del Maestro Bernard genera una temperatura interna tale da far impallidire tranquillamente una stella nana bianca.
Cosa ancor più straordinaria? L’amore. A volte finiscono, a volte iniziano che sono già finite come nel mio caso, a volte invece vanno avanti per anni, a volte portano anche all’altare ma ogni anno nascono tantissime relazioni! Amicizie poi a non finire. C’è proprio il sentimento che per 3 mesi quella è la tua casa e tutto il resto delle persone sono la tua famiglia: praticamente la tua vita sociale è insistente causa orari. Tutti: dal tuo vicino di posto (a cui ormai hai scroccato 300 sigarette, 800€ ed invaso pure il suo spazio sugli appendini) al direttore d’orchestra. Difatti finito di lavorare si va tutti a reintegrare con un’ottima birra.

È difficile descrivere tutto: dal vivo non mi basterebbe una stagione intera per raccontarvi. L’Arena è magica in tutto quanto! Ma di una cosa sono sicuro, l’Arena è il posto di lavoro più bello del mondo non solo per la location, ma per le persone: un po’ di quella magia è anche nostra.
Comparsa n. 124

Massimiliano Mazza