LA FALSA STORIA DI UN UOMO INNOCENTE
Antonio Salieri è sicuramente un personaggio noto alla maggior parte degli amanti della musica classica. Nonostante il suo repertorio non sia oggi tra i più eseguiti, il compositore veneto è passato alla storia per il suo controverso rapporto con un nome decisamente più conosciuto: Wolfgang Amadeus Mozart. Il conflitto tra i due che ha raggiunto la fama “pop” grazie a film come Amadeus (1984) è però da ridimensionare e contestualizzare.
Nonostante il prodotto cinematografico del regista Milos Forman, basato sull’omonima opera teatrale di Peter Shaffer, sia solamente ispirato alla vera storia di Mozart e Salieri, spesso il pubblico rischia di fraintendere i fatti storici, riconoscendo nell’austriaco l’eroe a discapito della figura meno conosciuta e apprezzata di Salieri.
La tendenza a polarizzare i due compositori risale all’Ottocento, quando iniziò a farsi strada nella mentalità romantica la diceria che Salieri avesse avvelenato Mozart, provocandone la morte e liberandosi di un pericoloso rivale. Questa leggenda si diffuse sempre più grazie alla tragedia di Aleksandr Puškin Mozart e Salieri (1830) che venne successivamente messa in musica dal grande orchestratore Nikolaj Rimskij-Korsakov nel 1898, identificando in Salieri un antagonista assoluto e in Mozart un martire.
La leggenda dell’avvelenamento di Salieri che causò la morte dell’ancora giovane Mozart si basa sul presunto conflitto di interessi dei due, compositori dello stesso periodo storico e della medesima zona geografica. Ad alimentare ulteriormente la debole credibilità di questa storia ci sono le accuse di plagio rivolte a Salieri nei confronti di Mozart e ovviamente la romanzata invidia dell’italiano per il giovane genio.
Salieri viene allora rappresentato come un anziano rancoroso, in contrasto con la vivacità del fresco musicista di Salisburgo. Eppure basterebbe conoscere meglio le vicende storiche per comprendere meglio le reali dinamiche.