Guardate una serie TV, aprite un libro, fate una cosa qualsiasi e vi accorgerete che davanti a voi avete l’amore di un genitore. Sul serio: da “Game of Thrones” a Rigoletto; da Harry Potter al saggio di danza della nipotina del fidanzatino della cugina di 5° grado dell’amica, “che al mercato mio padre comprò”… Ironia a parte, l’amore di un genitore è infinito.
Sì, d’accordo, non è tutto rose e fiori e, purtroppo, vi sono dei genitori come Nabucodonosor (Nabucco) o come Rigoletto e Sparafucile (ne parleremo nel prossimo articolo della differenza tra i 2). Schicchi è una persona a cui non vanno a genio i parenti del defunto Buoso e inizialmente rifiuta il coinvolgimento in tutta quella faccenda per cambiare il testamento del defunto… “o mio babbino caro”; premetto che non sono un genitore, ma credo che la gioia più grande per un papà sia vedere la propria “bambina” felice. Quello che inizialmente è un semplice favore ai cognati diventa una l’occasione per dare ai due giovani una vita migliore. Quindi un po’ di astuzia e Carpe Diem.
Gianni Schicchi non è un farabutto, non gli importa nulla del denaro, è solo un padre onesto che vive per la figlia.
Tutta l’opera si può definire come un Romeo e Giulietta con il lieto fine: i pregiudizi delle due famiglie: “diseredati” Vs “senza dote”.
E qual finale per una commedia se non lieto? Che altro dir? “Viva la gente nova e Gianni Schicchi!“
Massimiliano Mazza