Quante volte il primo giorno dell’anno, reduci dalla festa delle ore precedenti, ci accomodiamo a casa gustandoci, tradizionalmente, il Concerto di Capodanno dalla Sala Dorata (Musikverein) di Vienna. In quest’occasione speciale trasmessa in Mondovisione, i Filarmonici di Vienna, alla guida di un famoso direttore d’orchestra, eseguono musiche tra le più svariate della tradizione viennese, dai valzer alle polke, dalle marce alle operette. E sono perlopiù musiche composte dalla gloriosa famiglia Strauss, in particolare Johann (padre e figlio, omonimi di nome e cognome) in stretta collaborazione con i due fratelli Eduard e Josef Strauss, anch’essi compositori, tant’è vero che all’epoca a Vienna molti parlavano addirittura della “ditta musicale Strauss”.
È una musica allegra, piena di energia e di brio, che allieta giovialmente chi l’ascolta e per qualche momento lo conduce in un mondo di gioia, positivo, senza pensieri. È proprio per questo che viene scelta ed eseguita il primo giorno dell’anno: perché sia proprio di buon auspicio per il tempo a venire.
Dovete sapere che il termine valzer deriva da “Walzen” che significa “girare” o “strisciare” …il piede! Il suo esordio non fu facile, infatti contro questo ballo (già in voga nel XVIII secolo) si scagliarono la censura, soprattutto il vescovo di Wurzburg, che vietò nel 1760, tutti i passi striscianti e i volteggi. Si parlava del comportamento femminile troppo sfacciato e compiacente alle licenziosità maschili. Ma finalmente il “Walzer”, libero da tutti questi pregiudizi, divenne il “ballo austriaco” per eccellenza con il Congresso di Vienna (1815), e la passione per esso divampò per tutta l’Europa. Schubert non disdegnava questo genere preparando così con i suoi lavori, la strada a quello che sarà il periodo d’oro del valzer viennese. In seguito, Strauss (padre e figlio) fecero conoscere al mondo i loro valzer. La vita artistica musicale a Vienna a quel tempo era assai attiva e vivace; ad un certo momento J. Strauss figlio, formò un proprio gruppo, entrando apertamente in concorrenza con suo padre. Potremmo dire che in quel periodo, il mondo musicale viennese era quasi diviso in due diverse fazioni. Tuttavia, quando l’operetta – genere molto in voga a Parigi – si trasferì a Vienna, incontrò un terreno particolarmente preparato a riceverla e ciò grazie al dilagare di questo nuovo ballo, il valzer che sembrava per le sue caratteristiche nato apposta per essa.