OperaLibera e Operalife questo mese vi portano a Monte-Carlo per il debutto di Cecilia Bartoli come Direttrice del Teatro dell’Opéra.

 

Nel grande canto di Ludovico Ariosto fatto da “le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese” nel canto sesto dell’Orlando furioso fa la sua possente comparsa la maga Alcina, evocata con queste parole:

“E come la via nostra e il duro e fello/distin ci trasse, uscimmo una matina/sopra la bella spiaggia, ove un castello/siede sul mar, de la possente Alcina./Trovammo lei ch’uscita era di quello,/e stava sola in ripa alla marina;/e senza rete e senza amo traea/tutti li pesci al lito, che volea.”

Una donna che appare bellissima e potente grazie alla magia che ne nasconde il vero aspetto: “Pallido, crespo e macilente avea/Alcina il viso, il crin raro e canuto:/sua statura a sei palmi non giungea:/ogni dente di bocca era caduto;” (Settimo canto). Un personaggio che ricorda la Circe omerica, un archetipo, il cui fascino trapassa i secoli e dal Cinquecento del Tasso arriva al Settecento di Händel, grazie anche alla mediazione dell’anonimo poeta che rielabora il libretto de “L’isola di Alcina” di Riccardo Broschi. Un mito arcano e misterioso che trova un perfetto habitat nella musica barocca di Händel e ritrova a Monte-Carlo una delle sue più grandi interpreti. Come già scritto arriva dunque nel Principato una nuova direttrice, un nome altisonante e celeberrimo: Cecilia Bartoli, che porta subito in scena, oltretutto per la prima volta nella storia del teatro monegasco, la sua Alcina.

 

 

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