Se ne va la grande star della danza Patrick Dupond, scomparso all’età di 61 anni.
“Piacere, sedurre, intrattenere, incantare, ho l’impressione di non aver mai vissuto tranne quello“ ciò che confidava nel 2000 al quotidiano Liberation.
Con un padre assente fin da piccolo, furono la madre, che riuscì a far sfogare la sua iperattività nella danza classica, e Max Bozzoni, ex ballerino dell’Opera di Parigi e suo “maestro per la vita”, a aiutalo nel coltivare il suo talento.
Nel 1970 Dupond entrò nella scuola di danza dell’Opera di Parigi e nonostante la sua indisciplina diventerà etoile all’Opera di Parigi nel 1980, dopo aver ottenuto la medaglia d’oro al concorso internazionale a Varna.
Le sue buone tecnica e recitazione sedussero vari coreografi, tra i quali Mauricé Béjart, che gli offrirà un’ interpretazione molto importante, quella del ballerino travestito da capricciosa prima ballerina in Salomé, nel 1986.
Grazie alla sua personalità spumeggiante conquistò tutti, dalla Francia agli Stati Uniti, fino al Giappone.
Dopo essere stato direttore, capo e ballerino dell’Opera di Parigi, Patrick Dupond venne licenziato per insubordinazione e per la sua, mai sopita, indisciplina, ma riuscì, dopo essere entrato nella giuria di Cannes, ad ottenere un risarcimento.
Nel 2000, dopo trent’anni di vita per il balletto, sfortunatamente iniziò un periodo buio per il ballerino, anche in seguito ad un grave incidente automobilistico che gli provocherà 134 fratture e la fine quasi certa della sua carriera.
Non dandosi per vinto e con la voglia di rialzarsi ad ogni costo, si disintossicò dalla morfina e riprese ad allenarsi col suo maestro, grazie al quale riuscirà a rimettersi in piedi.
Tornerà in scena pochi mesi dopo partecipando al musical “Un air de Paris“, per poi dedicarsi al cinema, al fianco di Alain Delon, e vestire i panni di giurato nel “Ballando con le stelle” francese, nel 2018. Negli ultimi anni si era ritirato a Soissons.
Chiara Castelli