È con immenso piacere che oggi incontriamo di nuovo due grandi volti dell’opera. Questa volta, però, faremo un’intervista diversa: le nostre due eroine infatti si confronteranno sui grandi temi della loro vita. Ma bando alle ciance e non indugiamo oltre: diamo il benvenuto a Turandot e Madama Butterfly!
- Bentrovate ragazze, è davvero un piacere avervi di nuovo con noi. I nostri lettori hanno avuto già occasione di conoscervi, ma sono sicura che oggi scopriranno nuove sfumature della vostra personalità. Iniziamo questo confronto dall’argomento clou: l’amore.
Turandot: Beh, la mia fama su questo argomento mi precede [sorride]. Ho considerato l’amore, per gran parte della mia vita, come qualcosa di negativo che ferisse le persone più che renderle felici. So già che la mia collega qui presente non sarà d’accordo, ma per me è stato così per molto tempo. Se non fosse arrivato Calaf, probabilmente sarei rimasta della mia idea.
Madama Butterfly: hai ragione Turandot, non sono d’accordo con te. Anche se sono stata sfortunata, reputo che comunque l’amore sia una grande fortuna se corrisposto. Il problema dei sentimenti sono le persone, non l’emozione in sé. E dall’amore, anche se sofferto, può nascere sempre qualcosa di buono, come nel mio caso. Questo sentimento ha troppe sfumature per essere rinchiuso in poche parole.
Turandot: Devo dire che mi sorprende sempre la tua capacità di prendere le cose nonostante quello che ti è successo. Ancora non capisco come fai Cho-Cho-san.
Butterfly: Se tutto si dovesse ridurre ai torti subiti non andremmo più avanti. È ovvio che ho dovuto lavorare molto su me stessa per elaborare quanto mi è accaduto, ma sono contenta di aver trovato un po’ di pace. E poi penso sinceramente che se è andata male a me, non è detto che altri non possano essere felici.