Signore e signori, è un piacere avere qui con noi oggi uno dei personaggi più emblematici della storia dell’Opera. Oggi vi presentiamo il grande Otello!

1) Buona sera Otello e grazie per essere qui con noi oggi. Sei un personaggio molto noto, una star che non ha bisogno di presentazioni perché la tua nomea ti precede. Come tutti noi sappiamo, la tua fama è dovuta anche all’omonima tragedia shakespeariana che per prima ha narrato le tue gesta. Quali punti avete in comune?

Grazie a te per l’invito, mi fa piacere essere qui con voi. Per quanto riguarda la mia storia, il Maestro Verdi è rimasto molto fedele all’originale trascritta da Shakespeare. Sono poche le parti che differiscono, quasi sottigliezze se guardiamo l’opera nel suo complesso, perché la tragedia che noi tutti ci troviamo a vivere è praticamente la stessa in entrambi i casi.
La storia si ripete ed è impietosa contro noi piccoli umani. Come si suol dire, non puoi scappare di fronte al tuo destino per quanto buio sia.

2) Otello tu sei un condottiero famoso, un comandante che ha combattuto e ha vinto, cosa che immagino ti abbia riempito di orgoglio e soddisfazione. Sei il “Moro di Venezia”, colui che ha sconfitto il nemico. Ora voglio chiederti, per quanto il tuo soprannome ti contraddistingua e ti renda unico, c’è stato un momento in cui ti è pesato? Essere un Moro a Venezia ti ha portato ad affrontare difficoltà maggiori rispetto agli altri?

Dichiarerei il falso se dicessi che non è così, sono pur sempre un moro alla corte della cristianità. Le mie doti nel combattere mi hanno aiutato a far passare le mie origini in secondo piano. È stato un cammino lungo, impervio, son partito da schiavo incatenato e sono arrivato a guidare la flotta in rappresentanza di Venezia. Vincere sì mi ha riempito d’orgoglio e mi ha levato di dosso l’amarezza degli sguardi ostili che ancora oggi mi pare di intravedere. Devi dimostrare ciò che vali per essere ritenuto un pari. A quanto vedo però voi avete ancora lo stesso problema, il tempo passa ma le cose non cambiano poi così tanto. Le origini di ciascuno sono aimè ancora, nella maggior parte dei casi, fonte di discriminazione.

 

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