Signore e signori, è con immenso piacere che vi presentiamo l’ospite di oggi. Un personaggio famosissimo e amato in tutto il mondo per il suo carattere dolce ma allo stesso tempo forte. Signori, è con grande gioia che accogliamo la meravigliosa Mimì!

1) Mimì innanzitutto ti ringraziamo per essere qui con noi oggi. Sei uno dei personaggi femminili più famosi dell’Opera, come ci si sente ad essere una star?

[Sorride]. Grazie a voi per avermi invitato. Ti dirò, io non mi considero una star anche se riconosco che è difficile andare in giro senza essere riconosciuti. Sono una persona molto timida e non mi piace stare al centro dell’attenzione, ogni volta che succede provo sempre un grande imbarazzo! Mi trovo più a mio agio a stare nel mio, circondata dalle persone che amo e a cui voglio bene.

2) Vedo che la tua apparenza non tradisce la tua persona. Ma ti prego, prima di parlare della tua storia, toglimi una curiosità, che sono sicura abbiamo in molti. Perché ti chiamano Mimì se il tuo nome è Lucia?

[Ride di gusto]. È una domanda che mi fanno spesso. All’inizio non lo capivo neanche io, poi ho chiesto ai miei cari e mi hanno risposto due cose diverse: c’è chi dice che venga da “Mon Amie” (“Amica mia” in francese, ndr) e chi invece ha scelto di chiamarmi così perché il suono del nome “Mimì” era dolce come me. Non saprò mai quale delle due versioni è nata prima, ma ormai son talmente abituata a sentirmi chiamare così che a volta mi dimentico che il mio vero nome è Lucia.

3) A prescindere dall’origine del tuo soprannome, per noi sei e resterai sempre la dolce Mimì. Allora, sei pronta a ripercorrere insieme a noi la tua storia? Da dove vuoi cominciare?

Possiamo cominciare dall’inizio, da quando sono entrata in quella soffitta ed ho parlato con Rodolfo per la prima volta. Non era la prima volta che lo vedevo, essendo vicini avevo avuto l’occasione di incrociarlo in fugaci occasioni, ma quell’incontro ha cambiato il resto delle nostre vite. Io ero già cosciente di essere malata e, in cuor mio, mi ero fatta una ragione su quale sarebbe stato l’epilogo della storia. Ma quel giorno, in quella soffitta, è scattato qualcosa, la voglia di non rinunciare a vivere e di concedere un’opportunità all’amore che stava nascendo.

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