Signore e signori, oggi abbiamo il piacere di avere qui con noi un personaggio intrigante e controverso della storia dell’Opera. Da una parte antagonista, dall’altra quasi protagonista dell’opera in questione, il nostro ospite è davvero d’eccezione. Signore e signori, è con immenso piacere che vi presentiamo Azucena!
1) Buona sera Azucena, la ringrazio di aver accettato di fare questa intervista nonostante la sua ritrosia iniziale. Partiamo proprio da questo: perché la prima volta aveva deciso di declinare l’invito? Cosa le ha fatto cambiare idea?
Anche se non sembra, non sono una persona a cui piace apparire, non mi piace stare al centro dell’attenzione né parlare con gli estranei, non sai mai come interpretano le tue parole. Non avrei accettato se non avessi parlato con Carmen (si riferisce alla protagonista della Carmen di Bizet, ndr). Lei è una di noi, anche se appartiene ad un altro clan e non approvo il suo modo di vivere. Mi ha detto che siete stati corretti con lei, non avete manipolato le sue parole e vi siete comportati bene. Per questo ho deciso di darvi una possibilità e vedi di non sprecarla ragazza. Interromperò le tue domande se mi mancherai di rispetto.
2) La ringrazio per la fiducia, vedrò di non deluderla. Prima di passare alle domande personali, vorrei che aiutasse noi e i lettori a comprendere meglio la trama de Il Trovatore, che è obiettivamente una delle più complesse dell’Opera. Nulla è come sembra e molte volte i personaggi non sanno neanche chi sono realmente. Potrebbe riassumerla, e magari anche semplificarla, per i lettori di OperaLife?
Non è così difficile, la nostra è una storia di vendetta, intrisa di sangue, in cui ci abbiamo rimesso tutti. Tutto ha avuto inizio quando Ferrando, il vecchio Conte di Luna, ha bruciato sul rogo mia madre con l’accusa di stregoneria. Quel vile ha cambiato le sorti di noi tutti, scatenando una serie di eventi a catena che hanno portato solo dolore, sangue e sofferenza. Le ultime parole di mia madre supplicante sono state di vendetta, così – per far provare a quell’orrendo carnefice lo stesso strazio – ho rapito uno dei suoi due figli per gettarlo nel fuoco, ma in un terribile attimo di confusione ho per errore ucciso mio figlio. Avevo condannato il mio amato piccolo alle fiamme e non potevo più far nulla, così ho deciso di crescere l’altro bambino come se fosse mio figlio. Manrico, il mio “nuovo” figlio, ignaro di tutto ciò, un giorno si innamora di Leonora, dama della Regina risiedente nello stesso castello del nuovo Conte di Luna. Quest’ultimo poi lo sfiderà a duello e sarà mio figlio ad averla vinta ma come uno sciocco ha lasciato fuggire il suo avversario, convinto che ormai la questione fosse chiusa.