Signore e signori, inauguriamo questo anno nuovo con un altro ospite famosissimo, che ringraziamo per aver accettato il nostro invito. La sua opera è rappresentata in tutto il mondo, con regie classiche e contemporanee, un vero trionfo dell’Opera. È con immenso piacere che vi presento la bellissima Aida!
- Cara Aida, benvenuta e grazie di essere qui. Insieme a te inauguriamo il nuovo anno, che speriamo porti a tutti noi e a tutti voi la serenità ed il ritorno sulle scene. È stato un anno difficile per tutti gli operatori del settore dello spettacolo, come l’avete vissuto voi che siete i protagonisti indiscussi dell’Opera?
Grazie a voi per avermi invitata, è un piacere essere qui per rispondere alle vostre domande. Come hai detto tu, è stato un anno difficile e incredibilmente doloroso per noi tutti. Come possono gli artisti, gli interpreti, i musicisti, i compositori ed i protagonisti stare lontano dalla propria casa? Questa esperienza per me è stata faticosa, perché è stato come rivivere la schiavitù. Ho sognato per mesi di poter tornare sul palco, nella mia casa, e invece ci hanno tenuto lontani da essa. Ma nonostante la sofferenza personale è giusto fare questo sacrificio per far sì che ognuno di noi possa tornare a fare ciò che ama. Attenderemo pazientemente e ci prepareremo per tornare più forti di prima.
- Hai ragione, questo anno è stato faticoso e stiamo tutti aspettando con ansia la possibilità di rivedervi a teatro e, nell’attesa, approfondiremo insieme la tua opera per i nostri cari lettori. Come ci si sente ad essere definiti un “capolavoro verdiano”?
[Sorride]. È sublime, nel suo essere tanto bello quanto spaventoso. Essere una delle opere più rappresentate del Maestro indica per noi tutti una grande responsabilità, dobbiamo sempre essere all’altezza della situazione per non deludere le aspettative. D’altra parte non ti nego che a me, come a tutti i miei colleghi, ci ha riempiti di orgoglio il successo della nostra opera. Vuol dire che siamo riusciti ad arrivare al cuore del pubblico e questa è la cosa più importante.
- Dev’essere sicuramente una grande responsabilità anche perché, a quanto so, il Maestro è un capo esigente. In che rapporti sei con lui?
Il Maestro tiene molto alle sue composizioni e quindi è giusto che richieda da tutti noi il massimo. Nonostante le impressioni, però, ha davvero un animo buono e gentile. Ha vissuto le nostre storie insieme a noi, in prima persona, senza lasciarci mai a noi stessi. Ovviamente per me non è stato facile da elaborare a primo impatto tutta la mia situazione, ma con il suo supporto sono riuscita a comprendere la storia, il mio destino e la portata del mio personaggio. Sono molto grata al Maestro Verdi, per me è insostituibile.