In questo articolo ho deciso di parlarvi appositamente di tre Messe da Requiem tanto belle quanto poco “praticate” in senso strettamente legato al numero di esecuzioni che ci troviamo ad analizzare oggigiorno.
È sicuramente innecessario infatti presentarvi la sublime Messa da Requiem KV 626 di Wolfgang Amadeus Mozart, ultima opera del compositore rimasta incompiuta e completata dal suo allievo Franz Süssmayr; oppure, l’altrettanto monumentale lavoro del Maestro bussetano, Giuseppe Verdi, che dedica la sua Messa “per l’anniversario della morte di Alessandro Manzoni”, nel 1874.
Chiaramente esistono tanti altri lavori precedenti a quelli sopracitati (ne troviamo esempi a partire dalla metà del 1200!), non dimenticando poi che il termine “Requiem” è esattamente la prima parola dell’introito “Requiem aeternam dona eis Domine” che designa la Messa dei defunti (Missa pro defunctis) del rito cattolico latino.
Solitamente si articola in nove sezioni: Introito (“Requiem aeternam…), Kyrie, Graduale, Tratto, Sequenza (“Dies Irae”), Offertorio, Sanctus e Benedictus, Agnus Dei, Communio (“Lux Aeterna”).